Il destino nel cognome: Alfonsina Strada
Seconda di dieci figli di una coppia di braccianti analfabeti emiliani, Alfonsina vide la luce nel 1891. Nel 1905 il colpo di fulmine: nella sua casa comparve una bicicletta al limite della rottamazione.Alfonsina se ne innamorò e cominciò ad usarla. Sempre di più. Divenne un’ossessione, tale da mentire pur di usarla: diceva ai genitori di andare a messa la domenica mattina, invece andava a fare delle gare di ciclismo. La madre un giorno scoprì queste bugie e le disse che per continuare a gareggiare avrebbe dovuto sposarsi. La 14 enne Alfonsina sposò un meccanico e cesellatore, Luigi, al quale chiese come regalo di nozze una vera bici da corsa. Iniziò così la sua carriera.Vinse diverse gare in giro per l’Italia, nel 1911 stabilì il record mondiale di velocità femminile e vinse dei Grand Prix di ciclismo su pista in Francia. Nel 1924, a 33 anni, dopo aver preso parte a due Giri di Lombardia, nel pieno di una bufera di polemiche, si iscrisse al Giro d’Italia. Precisiamo, maschile. L’organizzazione la registrò come Alfonsin, senza la A finale, per cercare di placare sul nascere le polemiche che però arrivarono comunque puntuali, da tutto il paese. Ironie, scherno, offese. Il clima nel quale corse Alfonsina non fu semplice, anzi. 12 tappe, 3700 km, un percorso difficile per un uomo, figuriamoci per una donna.Alfonsina resse il passo degli uomini nelle prime tappe senza mai arrivare fuori tempo, ma poi arrivò una tappa difficile, cadute, infortuni, e giunse fuori tempo massimo. La giuria fu inflessibile e la squalificò, permettendole però di continuare la corsa fuori classifica. Il motivo? La maggioranza del pubblico riempiva le strade solo per vedere lei. Finì il Giro, a differenza di tanti ciclisti uomini. Ma fu l’ultimo. In un epoca di maschilismo dilagante, non le fu più permesso di partecipare. La sua carriera comunque continuò. 36 furono le gare maschili che vinse nella sua vita.
Morì a 68 anni nella sua officina per bici e motocicli. Atleta ribelle, donna coraggiosa, Personaggio unico, mitico, indimenticabile.